Inizio con Kythnos , un ciclo di viaggi alla scoperta di alcune tra le infinite isole della Grecia. In particolare, sono interessato a scoprire isole non inflazionate, tuttavia con potenzialità da esprimere e da offrire al visitatore. Non vorrei parlare di luoghi inesplorati, perchè essendo in Europa, è praticamente un’utopia crederlo, e forse non è nemmeno quello che cerco davvero. Ma certamente, nello sterminato arcipelago greco, ci sono ancora isole non del tutto esplose al turismo di massa, e quindi dalle potenzialità almeno parzialmente inespresse. Il nome di Kythnos mi è stato dal mio amico Sergio, che mi accompagnerà in questo viaggio. Sergio, infatti, è di origine greca, e chi meglio di lui può facilitare i contatti, visto che il greco non è facilmente decifrabile, ed il rischio di trovare indicazioni e scritte solo in greco è altamente probabile ? E’ vero, moltissimi greci parlano l’inglese, qualcuno anche l’italiano, ma spesso, mappe, negozi, giornali, segnali stradali, sono scritti solo in greco, quindi un amico del posto è sempre una ricchezza.
Arriviamo a fine settembre, il 19, quando il grosso della stagione è già passato, ma solitamente posti come questi, vivono il turismo anche oltre i canonici mesi estivi, fino ad autunno inoltrato. Una volta arrivati all’aeroporto di Atene, prendiamo un taxi fino al porto di Lavrio, nell’estremo sud della Grecia, e porto più vicino alle isole Cicladi. Gli altri due porti di Atena sono Rafina, sulla costa est, ed il Pireo su quella ovest. Dopo circa 40 minuti di taxi, arriviamo alla cittadina di Lavrio, dove nell’attesa del traghetto, prendiamo un caffè in centro. Il caffè costa più che da noi, circa 2/2,5 Euro, e ovviamente non aspettatevi la nostra qualità. Malgrado le raccomandazioni per avere un ristretto, sarà sempre lungo e, spesso, servito nella tazza grande. Cercate di parlare al barista come fareste ad un bambino delle elementari, e mimate la grandezza della tazza e la quantità di caffè …. 🙂
Alle 16 parte il nostro traghetto, ci hanno avvisato che al porto di Lavrio non c’è neanche un bar…ed infatti è proprio così…se dovete acquistare qualcosa, fatelo prima, perchè una volta al porto potete solo sedervi ed aspettare…. alle 18, dopo circa 1 ora e 50 di viaggio, arriviamo a Kythnos. Ci accoglie il paesino di Merichas, con un piccolo porto turistico ed alcuni locali che affacciano sulla baia. Molto carino, e si rivelerà uno dei pochi posti degni di nota di tutta l’isola. Da un punto di vista logistico il migliore, per stare sull’isola, meglio della capitale Chora. Offre infatti tutto quello che si può chiedere e che l’isola abbia da offrire: spiagge , negozi, ristoranti, alloggi, rent a car ecc. L’isola non è grande, e Merichas è situata sulla costa ovest, ma a metà, quindi buona base di partenza per esplorare nord, sud e centro.
Con Sergio, abbiamo affittato una casa a circa 350 metri dal porto, quindi a piedi ci avviamo, con il nostro trolley, passando in una prima rassegna i locali dove a breve torneremo per la cena…alcune trattorie con i tavoli in riva al mare attirano la nostra attenzione, e dopo un giorno di viaggio, anche il nostro stomaco reclama la sua parte… La casa è molto carina ed accogliente, al piano terra, con un bello spazio esterno e il necessario all’interno. Taros, il nostro host, ci accoglie premurosamente ed è molto disponibile per ogni nostra esigenza.
Usciamo per la tanto agognata prima cena greca. Ci fermiamo ad uno di questi locali sulla riva del mare, molto attraente, pieno di luci e tovaglie a quadri bianche e rosse, tipiche da osteria. Atmosfera perfetta, sempre un leggero vento (se va bene…) ma questo aiuta a tenere lontane le zanzare, che qui sono abbastanza ridotte. Ora, veniamo al discorso cibo, che quando si viaggia all’estero, per noi italiani è sempre metro di paragone. Ovvio che, venendo noi da una tradizione gastronomica di eccellenza nel mondo, qualsiasi altra cucina, alla lunga non regge il confronto. Devo dire che, per mia esperienza, anche in Grecia, come quasi dappertutto, la cucina varia in funzione della zona del Paese visitata. Quindi può essere più ricca al nord che al sud o viceversa. Ma per quanto riguarda la nostra esperienza, il “piatto forte” , presente un pò dappertutto è il souvlaki, ovvero gli spiedini di carne, che può essere di agnello, di manzo , di capra o pecora, accompagnata a verdure e alle immancabili patatine (anche loro le mettono dappertutto!!). Il pesce, contrariamente a quanto si pensi, essendo un’isola, non è così diffuso e/o largamente usato come da noi. E purtroppo, si continuano a mangiare fritture di calamari gommose e improponibili e a non trovare gli spaghetti alle vongole, che se io vivessi su un’isola, sarebbero il 50% della mia dieta, cucinati a dovere…
La carne è effettivamente buona, la salsa tzatziki a me piace tantissimo, anche il pita, quella specie di focaccia calda è decisamente buona. Tutto innaffiato con del vino locale. Esame del ristorante superato, spesa nella media, nè economico nè caro, il giusto. Và bene, siamo nel tavolo sul mare, nel centro del porto, malgrado l’apparenza, uno dei principali del porto di Merichas, è il nostro primo pasto, ci può stare alla grande. Per questa prima serata può andar bene, una camminatina sul lungoporto, in avanscoperta, e poi a casa, riposo dopo un giorno di viaggio. Da domani alla scoperta dell’isola.